Edoardo Greblo

E Greblo

Edoardo Greblo (Capodistria 1954), redattore di “aut aut” dal 1987, è stato docente a contratto presso le Facoltà di Lettere e Filosofia, Scienze della formazione e Giurisprudenza. Oltre a diverse traduzioni e saggi, ha pubblicato La tradizione del futuro (Liguori, Napoli, 1989), Democrazia (Il Mulino, Bologna, 2000), A misura del mondo (Il Mulino, Bologna, 2004), Filosofia di Beppe Grillo (Mimesis, Milano-Udine 2012), Politiche dell’identità (Mimesis, Milano-Udine 2012), Etica dell’immigrazione, (Mimesis, Milano-Udine 2015). Ha collaborato alla Enciclopedia del pensiero politico (a cura di R. Esposito e C. Galli, Laterza, Roma-Bari 2000) e al Manuale di storia del pensiero politico (a cura di C. Galli, Il Mulino, Bologna, 2001, 20113). È inoltre coautore, insieme a C. Galli e S. Mezzadra, di Il pensiero politico del Novecento (Il Mulino, Bologna, 2005, 20112).… ... continua a leggere

LUISA MURARO, TRA FILOSOFIA E FEMMINISMO di Alice Pellicciotti, studentessa del Liceo Copernico

libro muraro[…] Come non cedere sui desideri quando il confronto con la realtà sembra perdente? Come far sì che l’intensità del desiderio non renda tutto finito o incredibile? In passato ad una persona messa in difficoltà dalle sue pretese avrebbero detto: commisura i desideri ai mezzi di cui disponi e non buttarti giù. Oggi questo modo di vedere, in sé molto sensato, non aiuta, c’è troppa sproporzione; negare la propria inconsistenza (“tenersi su”) è impossibile tanto quanto ignorare che, senza grandi desideri, che vita sarebbe? […]»

Che vita sarebbe senza desideri? Così scrive Luisa Muraro nel suo libro Al mercato della felicità pubblicato nel 2009, dove immagina un mercato della felicità, un mercato elementare che viene prima del mercato del profitto e che è molto più grande, è il mercato che facciamo a partire da dove siamo e dalla nostra esperienza, nel quotidiano. In esso cerchiamo di “comprare” la nostra felicità, che non è altro che una serie di desideri che non sono alla portata dei nostri mezzi, ma questo non vuol dire che non dobbiamo provarci.

Luisa Muraro è una filosofa italiana nata in provincia di Vicenza nel 1940. Docente di filosofia teoretica all’Università di Verona, attiva protagonista negli studi … ... continua a leggere

L’ALTRA CONTESTAZIONE. IL FEMMINISMO NEGLI ANNI SESSANTA di Beatrice Bonato

imagePer la storia del femminismo contemporaneo, gli anni Sessanta possono sembrare un periodo meno interessante del decennio successivo, molto più ricco dal punto di vista dell’elaborazione teorica e più dinamico su quello dello sviluppo dei movimenti. Un passaggio compiuto e archiviato, almeno in apparenza, tanto che testi fondamentali non si ripubblicano da tempo, quantomeno in Italia. Ma forse è un luogo comune. Forse vale la pena mettere in rapporto questa fase, con la sua vitalità e i suoi limiti, con quanto ne deriverà di lì a pochi anni. I Sessanta vengono in genere considerati l’inizio della “seconda ondata” del femminismo, che si prolunga fino agli Ottanta. La prima era stata quella del suffragismo e dell’emancipazione, obiettivi conquistati nel mondo occidentale tra gli anni Venti e la fine della Seconda Guerra mondiale; la terza ondata investe gli ultimi vent’anni, alimentata da altre istanze, quali le rivendicazioni dei gruppi LBGTQ. Prendendo spunto da un’ipotesi di inquadramento fatta da Sergia Adamo in una sua lezione, si può anche utilizzare un criterio diverso, non cronologico, per analizzare questa vicenda. Si possono cioè distinguere alcuni paradigmi che hanno dominato, a volte anche nello stesso periodo, la riflessione teorica sulla questione femminile: quello dell’uguaglianza, quello della … ... continua a leggere

Pensare il digitale e il virtuale di Claudio Tondo

Una storia di lunga durata. Aristotele nel libro primo della Metafisica e poi Lucrezio nel De rerum natura, per illustrare le proprietà e i modi di aggregazione degli atomi, ricorrono all’esempio illuminante dell’alfabeto: una tecnologia virtualizzante, capace di generare mondi alternativi e di fissarli su un supporto esterno alle menti, viene quindi impiegata per pensare la “realtà” del mondo fisico. Atomi e lettere, in apparenza separati, convergono, dando inizio a una feconda interazione tra materiale e immateriale che ha modellato la cultura alfabetica e tipografica dell’Occidente.

Second Life 2013

(Second Life, dal simulacro agli ambienti virtuali)

Realtà. Qualcosa di analogo, seppure con conseguenze più robuste, è accaduto tra la fine del novecento e l’inizio del nuovo millennio con la rivoluzione digitale, resa possibile dagli sviluppi della Computer Science: accanto alla realtà fisica (atomi), biologica (geni) e mentale (neuroni), ha preso forma una realtà “alternativa” costituita da immagini, prodotte da un codice infinitamente manipolabile e duplicabile, e visualizzate sugli schermi di innumerevoli display. Si tratta di un evento epocale che obbliga la riflessione filosofica a ripensare la relazione tra atomi e bit, tra ambienti fisici e virtuali, tra Real Life e Second Life; e soprattutto a pensare le ... continua a leggere

La trasparenza e il segreto

In libreria il 4 maggio il nuovo numero dei “Quaderni di Edizione”, annuale della SFIFvg, La trasparenza e il segreto curato da Beatrice Bonato. Anticipiamo l’indice del volume ricordando che verrà presentato durante un incontro della prossima edizione di vicino/lontano il 12 maggio, e che nella sezione Pubblicazioni si possono trovare alcuni saggi inseriti nei numeri precedenti.

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Introduzione di Beatrice Bonato

Vincenzo Sorrentino, Segreto e trasparenza in politica
Tiziano Sguazzero, Il segreto “manifesto”. La dimensione politica della segretezza in Italia
Enrico Petris, Trasparenza, segreto e carriere filosofiche
Claudio Tondo, Vite trasparenti. Sguardo biomedico, culture del self-tracking, soggettività
Beatrice Bonato, La possibilità della discrezione
Andrea Tagliapietra, Homo legens. L’ermeneutica e il segreto della lettura
Francesco Deotto, Segreti e idealità degli oggetti letterari. Note su J. Hillis Miller e J. Derrida

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LA PSICANALISI DI FRONTE AL TERRORE di Claudia Furlanetto

L’essenza stessa di ciò che separa è la fratellanza” (J. Lacan)

Dall’intervista di Guy Lérès

Attacco alla generazione Bataclan: perché?1, a cura di Alessandra Guerra, è un nuovo libro della collana “Libertà di psicanalisi”, un’iniziativa editoriale che nasce dal pensiero di salvaguardare la molteplicità dei punti di vista della psicanalisi sulla cura: la cura di sé, la cura educativa, la cura politica, la cura della libertà, che non è solo libertà della psicanalisi, ma anche – attraverso la psicanalisi – della vita civile in generale. Questo libro ribadisce qualcosa che Michel Plon ha affermato nel 2000 in occasione degli Stati Generali della psicanalisi, organizzati da René Major a Parigi. Nel suo breve intervento dal titolo “Rimanere rivoluzionari” Michel Plon afferma che oggi la psicanalisi è tentata di ripiegarsi sul versante terapeutico della cura, rinunciando alla sua vocazione politica. La psicanalisi o è politica o non è. Il libro Attacco alla generazione Esec_Loc Plon 2016.inddBataclan: perché?, una raccolta di interviste a otto diversi psicanalisti, realizzata pochi giorni dopo i fatti del Bataclan, conferma pienamente la vocazione politica della psicanalisi. La difesa della libertà di ciascuno che la psicanalisi fa dal divano non è un atto intimistico e privato. ... continua a leggere

La business ethics tra condiscendenza e critica al capitalismo neoliberale

di Floriana Ferro

Nel panorama della cosiddetta “filosofia continentale”, come gli anglosassoni definiscono il pensiero di tradizione europea, l’etica applicata ha una risonanza limitata. Ad eccezione della bioetica, di cui nel nostro continente si discute e si scrive parecchio, sono pochi gli studi concernenti l’applicazione della filosofia morale a campi specifici. Tra questi vi sono le singole categorie professionali (ingegneria, architettura, medicina, ecc.), l’ambiente e le imprese. Sembra strano che il continente che ha dato i natali a Marx e alla Scuola di Francoforte si occupi limitatamente di etica economica. In realtà, è bene precisare che la filosofia continentale non ha dimenticato la lezione marxiana, tanto che le stesse teorie critiche del capitalismo si basano sull’idea che i rapporti di produzione costituiscano le basi del reale. Non mancano nemmeno scritti concernenti il lavoro in generale. Vi sono recenti studi, tra cui i contributi di Come la vita si mette al lavoro. Forme di dominio nella società neoliberale (Quaderno di “Edizione” a cura di B. Bonato, Mimesis 2010), nei quali, facendo riferimento a Derrida, Foucault e, in generale, ai Critical Management Studies, vengono messe in evidenza le peculiarità del capitalismo neoliberale, per poi essere sottoposte a un forte vaglio critico.… ... continua a leggere

Don Pancino va in Svizzera

di Enrico Petris

C’è un passo di Petrolio in cui Pasolini si chiede se negli anni Sessanta (del Novecento) c’erano già le spie e i provocatori in Italia. La risposta che si dà subito dopo è sicuramente sì, c’erano già i provocatori e le spie in quegli anni, quelli in cui ambientò una parte del suo romanzo postumo. Quella di Pasolini era una domanda chiaramente retorica, gli serviva per mettere il lettore donpancinosull’avviso dell’ambiente che stava descrivendo: quello delle spie, dei servizi segreti e del neofascismo che stava rialzando la testa ben prima della contestazione studentesca e di piazza Fontana. Ordine nuovo e Avanguardia nazionale c’erano già, e nel maggio del 1965 il convegno del Pollio si occuperà di fare il punto della situazione e di rilanciare la posta. Quel neofascismo degli anni Cinquanta e Sessanta aveva un legame culturale con quello di Salò in Julius Evola, agente della sezione più segreta e specializzata del Sicherheitdienst durante la guerra.

Se con la stessa finta ingenuità di Pasolini oggi ci chiedessimo non se sono esistite le spie in qualche tempo, ci sono da sempre, ma se esse si possono ritrovare in tutte le categorie sociali, e non solo in quelle che … ... continua a leggere

Agostino e Amleto. Suggerimenti per un’analisi esistenziale. Intervento di Giuseppe Bevilacqua

FLORA 3Colloqui sull’individuo 6.  Il soggetto allo specchio   12 giugno 2016

Giuseppe Bevilacqua, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Roma.

Queste pagine riportano in forma scritta l’intervento del 12 giugno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, con alcune modifiche non sostanziali. Grazie per l’attenzione a chi leggerà questo scritto e per l’accoglienza che vorrà dare a un contributo che non ha pretese scientifiche: è frutto di una competenza nel campo del teatro e della drammaturgia  insieme a un antico amore per Agostino.

Il mio intervento vuole solo suggerire un possibile incrocio di competenze tra studi, aprendo una possibile interpretazione, non certo sostituirsi a quanti, tra storici, teologi, filosofi, hanno dedicato la propria vita allo studio metodico di queste due grandi figure. A loro il mio ammirato rispetto e le mie scuse se, senza saperlo, ho potuto dire cose già da loro dette con ben maggiore strutturazione e legittimità della mia.

Roma, 6 Luglio 2016

Una introduzione

Che cosa può unire questi due personaggi così distanti tra di loro?

Prendendo sul serio l’affermazione di F. Nietzsche secondo cui “ogni grande filosofia è sostanzialmente un’autobiografia” (Al di là del bene e del male), e pensando al testo Le ... continua a leggere