A noi non potrà capitare
Sulla presunzione etnocentrica dell’Occidente
Claudio Tondo
I filosofi e l’epidemia. Reso possibile proprio dall’isolamento di queste ultime settimane, in rete e sulla stampa ha preso forma un intenso dibattito intellettuale sul significato filosofico della pandemia e sulle sue possibili conseguenze. L’urgenza è di riscrivere l’“ontologia del presente” come direbbe Michel Foucault. Un’urgenza incrementata dall’eccezionalità di un evento imprevisto o sottovalutato del quale attualmente ci sfugge il senso profondo e che contribuirà probabilmente a ridefinire le coordinate del mondo a venire. Nel farsi dell’evento e nell’impossibilità di collocarsi alla giusta distanza, il dibattito si è polarizzato in prevalenza attorno a due prospettive.
Compatibilità ecologica e giustizia sociale. Alcuni osservatori hanno sottolineato la possibilità che un fenomeno globale di così vasta portata possa provocare una svolta – già auspicata ma rimasta inespressa in occasione della crisi economica innescata dalla crisi finanziaria del 2008 – e che non sia né possibile né tantomeno desiderabile un ritorno alla condizione precedente. Questa lettura evidenzia, tra l’altro, l’idea secondo cui l’epidemia da Covid-19 sia un importante sintomo di una crisi ambientale di più ampia portata provocata dall’eccessiva pressione ecologica degli umani sul pianeta. In fin dei conti, ciò che gli umani … ... continua a leggere