Venerdì 6 dicembre 2024 ore 18.00
S. Vito al Tagliamento, Teatro Arrigoni.
APOLOGIA. Un discorso in difesa di noi stessi.
Reading, canzoni e musica dall’Apologia di Socrate di Platone
Soggetto e regia: Massimo De Bortoli e Stefano Montello
Contestualizzazione storica e filosofica: Massimo De Bortoli
Letture, testi e chitarra: Stefano Montello
Musiche: Cristina Mauro
Violoncello: Riccardo Pes
L’Apologia di Socrate di Platone presenta il lungo monologo di Socrate in difesa di se stesso, pronunciato di fronte ai giudici dell’assemblea degli ateniesi durante il processo del 399 a.C. L’esito, come è noto, fu la condanna a morte del filosofo ateniese ma anche la sopravvivenza delle sue parole.
L’Apologia andrebbe sottratta da una lettura superficialmente ideologica e da diversi clichès della tradizione, come quello che vede in Socrate un’anticipazione di una figura di santo o il difensore di un ideale di virtù astratto e impossibile da raggiungere se non a costo della vita. D’altro canto non è possibile rinunciare a far dialogare la viva voce di Socrate con le sfide del presente, con il problema etico della scelta e della giustizia, con la difesa sempre attuale dello spazio della democrazia e con le diverse declinazioni dell’educazione. Attraverso l’Apologia la voce di Socrate parla ai giovani da 2400 anni e continua a suscitare la loro ammirazione e il loro interesse autentico. L’intento del reading è quello di provare a comunicare i temi più importanti e attuali del pensiero di Socrate: la ricerca del bene, il dire la verità, la maieutica, il dialogo, il rispetto delle leggi, il rifiuto del conformismo, la cura di sé, il valore della democrazia e il primato della comunità sull’individuo. Si metterà al centro la parola di Socrate/Platone, provando a valorizzare tanto l’aspetto di un’altissima prova di retorica giudiziaria, quanto quello di una lingua viva, che non ci lascia tranquilli e continua a pungolare gli uomini ancora oggi. Le parole di Stefano Montello, messe in musica e cantate dalla voce di Cristina Mauro, e il violoncello di Riccardo Pes fanno da contrappunto e chiave interpretativa a quella che si configura come una lezione-concerto.