Beatrice Bonato e Pier Aldo Rovatti dialogano sul libro Sospendere la competizione di B. Bonato. Introduce Damiano Cantone.
"Strettamente intrinseco al gioco è il concetto del vincere. Nel gioco solitario non si parla ancora di 'vincere'. Il concetto di vincere si presenta solo quando si gioca contro altri. Che cos'è 'vincere'? che cos'è 'vinto'? - Vincere è 'risultare superiore' nell'esito di un gioco." J. Huizinga, Homo ludens
Ma che cosa succede se non c'è più nessuna cornice a delimitare il gioco, quel tipo di gioco in cui si gioca sempre per vincere? È allora la vita intera ad apparirci come una gara o una corsa, in cui abbiamo il dovere di eccellere battendo tutti gli altri concorrenti. Non è una prospettiva particolarmente felice, nonostante la confezione attraente in cui ci viene venduta, con l'omaggio di un'immagine dinamica in cui identificarci. Eppure il gioco è anche associato a un'esperienza di libertà, di abbandono delle costrizioni. Il rischio che comporta potrebbe essere inteso come la messa in gioco del potere, l'uscita dalla logica del vincere e del perdere. Quando immagino di sospendere la competizione, non penso di sospendere il gioco. Semmai, di cambiare gioco.