Presso la Libreria Ubik di Udine
presentazione di Rosso, nero e Pasolini di Enrico Petris,
prefazione di Pier Luigi D'Eredità
con Damiano Cantone direttore di Scenari e Pier Luigi D'Eredità storico dell'economia e filosofo
Rosso, nero e Pasolini è il tentativo di interpretare in chiave speculare il terrorismo italiano e il poeta friulano, in modo che l'uno si rifletta nell'altro e che dal confronto vengano illuminati tutti e due. Si tratta pertanto sia di leggere e interpretare la storia d'Italia e del Friuli negli anni del terrorismo attraverso lo sguardo di Pasolini, sia di leggere la morte del poeta come un fatto non secondario, e di certo non determinato da un incontro omosessuale finito male, di quegli eventi. La proposta è quella di leggere la morte del più lucido e acuto intellettuale di quegli anni come frutto della guerra politica che ha avuto per protagonisti oltre alle 'opposte' fazioni rosse e nere, anche le oscure trame dell'intelligence, non solo italiana. Su questa pista interpretativa si trovano insolite concordanze anche con le ricostruzioni fatte sia in sede giudiziaria sia in sede storiografica da un protagonista in negativo di quei fatti come Vincenzo Vinciguerra. Pasolini e Vinciguerra descrivono quegli eventi, l'uno da semiologo della realtà, l'altro da attore consapevole, in modi a volte sorprendentemente vicini anche sul piano lessicale. Infine, lo studio vuole essere un omaggio al pensatore Pasolini. Quello che scriveva l'intellettuale, che si è formato in Friuli dove, ci tiene ad indicarlo, ha letto Marx e Gramsci, era all'altezza delle menti raffinate della dialettica francofortese, come Adorno e Marcuse e dei protagonisti del pensiero della differenza parigino, come Lacan e Foucault.