Saluto di Giuseppe Bevilacqua

Cavazzinics2Un breve saluto agli amici della Società filosofica e a tutti i partecipanti, a rimarcare l’interesse sincero per l’avvio di una collaborazione che ha tutte le caratteristiche per proseguire nel comune intento di fare del fatto culturale un’azione a servizio della città. Persistere, nonstante le difficoltà poste da un divenire sociale in crescente, complessa liquidità, a credere a una funzione militante della cultura, unisce sfere apparentemente distanti come il pensiero filosofico e lo spazio del teatro: pensare l’individuo nelle nozioni lasciate da una tradizione speculativa è per noi , che abbiamo fatto quest’anno una scelta di riferirci in primis alle risonanze interiori che definiscono personaggio del testo-persona  del pubblico, una felice congiunzione tematica, un’occasione per dare più autorevole intensità a quella ricerca di ri-articolazione dei frammenti offerti dalla fruizione teatrale in un’interpretazione del realtà attuale…che spesso si mostra e viene offerta come non interpretabile. Sotto il segno della ricerca di strumenti di interpretazione, pensare attraverso concetti e profili filosofici e attraverso le emozioni primarie del ridere e commuoversi del teatro, non sono poi così distanti nel loro essere segno di passione per una ricerca di senso che non arretra non si difende dalla complessità, ma la attraversa nel sentimento sollevante di far parte di una comunità di destino: come pensano i filosofi sull’individuo così i personaggi della scena, distillati di individui, cercano di definirsi nel conflitto tra lro e tra loro e la società di cui sono parte…e a chi parlano i personaggi e i filosofi se non allo stesso pubblico-individuo di individui, che, nell’azione dell’ascolto, con-crea pensiero con i filosofi e emozione con gli attori? Il gioco delle passioni in atto, che è il cuore dell’arte teatrale, con la passione dei filosofi si illuminerà ancor di più, ne sono certo, di quell’attesa di  sollevante schiarimento che pubblico, attori e filosofi persistono a desiderare.

 

Un buon lavoro a tutti,

Giuseppe Bevilacqua