A cura degli studenti del Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone
Il tema dell’identità e dell’alterità è un argomento molto discusso e radicato nella natura umana, per questo è protagonista di un gran numero di dibattiti filosofici. Nel nostro incontro, riguardante l’idea di uguaglianza e diversità, sono stati trattati argomenti che hanno approfondito i vari aspetti e i vari significati che questi due termini possono avere. In apertura, a cura di Federica Sossi, è stato trattato il tema attuale dell’immigrazione di massa che sta mettendo in discussione i confini dell’Europa odierna e le leggi che regolano l’afflusso di profughi e migranti, attraverso considerazioni sulle immagini che caratterizzano scene di migrazione così frequenti in questo periodo. In un’ottica filosofica si è quindi ragionato sull’alterità come concetto di esterno e di altro, identificato nel profugo e in quel fenomeno umano che è lo spostamento massivo di esseri umani. Poi la discussione si è sviluppata su tre diversi livelli: quello dell’individuo, quello del genere e quello della società. Nel primo seminario, Tiziano Possamai ha presentato le idee di alterità e identità come due concetti correlati che si postulano e si giustificano a vicenda, e che da un punto di vista antropologico formano il nostro essere. È grazie al rapporto con l’altro e con il diverso che il soggetto riesce ad identificarsi come tale, assoggettando se stesso all’altro per soggettivarsi. Questo condiziona dunque anche l’atteggiamento dell’individuo all’interno della società. Per quanto riguarda l’identificazione del soggetto nel suo genere, mediante studi etnografici, si è arrivati all’elaborazione di una teoria che vede l’idea di genere come prodotto culturale della società di appartenenza. Il percorso poi ha visto protagonista la figura di Pasolini, presentataci da Massimiliano Roveretto. In particolare, abbiamo analizzato come e perché Pasolini fosse una figura che potremmo definire scomoda, o appunto diversa, e come questa sua diversità abbia influito sulla sua produzione artistica. In particolare, abbiamo preso in esame la tecnica del discorso libero indiretto col quale Pasolini cercava di identificarsi nei personaggi delle sue opere adottandone il linguaggio. Proprio il linguaggio, declinato nelle forme dell’autobiografia, è stato il tema centrale delle lezioni di Massimo De Bortoli. Questa viene vista come occasione di riflessione autentica sulle proprie esperienze e come incontro con se stessi prima che con l’altro, attraverso il fenomeno della bilocazione cognitiva. Nel seguire la storia di questo genere ci siamo soffermati su alcuni passi di Bernardo Soares, l’eteronimo di Pessoa in Il libro dell’inquietudine, che mettono in luce la complessità dell’“io” e la difficoltà di dare legittimità a tutte le proprie “diversità”. Infine, abbiamo analizzato con Simone Furlani il concetto di “differenza”, passando per i pensieri di filosofi come Fichte, Hegel e Nietzsche, e siamo arrivati alla conclusione dell’impossibilità di intendere noi stessi senza confrontarsi con l’altro. L’identità si definisce grazie all’alterità, grazie all’interscambio, poiché ci pone sempre a riflettere (si spera). Vorremmo concludere citando una frase di Montaigne, nella speranza che questa bella esperienza ci abbia un po’ cambiati: “Non mi rammarico che noi rileviamo il barbarico orrore che c’è in tale modo di fare, ma piuttosto del fatto che, pur giudicando le loro colpe, siamo tanto ciechi riguardo alle nostre”.